Cos’è il tatuaggio realmente?

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Cos’è il tatuaggio? Come funziona davvero? Perchè l’inchiostro resta sotto pelle? Cosa accade realmente? Quella del tatuaggio è una moda che sta esplodendo ogni anno sempre di più, ma vi siete mai spinti oltre a capire cosa c’è dietro questa arte? Se siete curiosi di capire il mistero che si cela dietro i capolavori che portiamo su pelle, questo è il posto giusto per voi. Dunque cominciamo subito…

Che cos’è il tatuaggio?

Il tatuaggio è una forma di arte su pelle che prevede l’utilizzo di pigmenti da inserire sotto cute per creare fantasie e disegni tramite la modificazione del colore della pelle stessa.

Il termine tatuaggio vede affondare le sue radici nella lingua polinesiana della Samoa, dove tale pratica veniva definita col termine “tatatau” o “tattau” che significa “colpire” o “colpo”, dall’atto di colpire ripetutamente la pelle con gli strumenti per forarla e immettervi il pigmento. 

Questa pratica si sviluppò autonomamente in varie zone del mondo, nel corso dei millenni, abbracciando significati più disparati, finché non arrivò l’epoca delle colonizzazioni che portò all’incontro di culture differenti, segnando l’inizio delle contaminazioni culturali anche nell’ambito di quest’arte. 

I resti più antichi di uomo tatuato rinvenuto dagli archeologi risalgano a circa 5300 anni fa, all’età del Rame (3300-3100 a.C.): parliamo del cadavere mummificato di Ötzi.

Un linguaggio universale attraverso i secoli

Fin dall’antichità, il tatuaggio ha rappresentato un linguaggio simbolico, un modo per comunicare identità, credenze e appartenenza. Dalle tribù indigene dell’Amazzonia, che lo usavano per marcare il passaggio all’età adulta, ai guerrieri giapponesi che decoravano il corpo con elaborate illustrazioni di draghi e demoni, il tatuaggio ha sempre avuto un ruolo culturale e rituale profondo. Oggi, sebbene spesso venga considerato un’espressione estetica e personale, il tatuaggio continua a essere una finestra sulle tradizioni e sulle storie di chi lo porta.

Curiosità sui tatuaggi dell’antichità

Oltre a Ötzi, anche altre antiche civiltà hanno lasciato tracce della pratica del tatuaggio. In Egitto, alcune mummie femminili risalenti al 2000 a.C. presentavano tatuaggi sul corpo, probabilmente legati a pratiche rituali o protettive. Nell’antica Roma, invece, il tatuaggio era spesso associato ai gladiatori e ai prigionieri, mentre presso i Celti e i Vichinghi, i tatuaggi erano simboli di forza e spiritualità. Ogni epoca e ogni popolo ha impresso sulla pelle i propri segni distintivi, tramandando storie attraverso i secoli.

Ma come funziona realmente il tatuaggio?

C’è ancora tanta confusione sull’argomento, negli anni ci sono giunte le domande più inverosimili al riguardo. Facciamo quindi il punto su cosa accade veramente nel corso di questa pratica ancora troppo poco conosciuta, nonostante molto in voga negli ultimi anni.

Il tatuaggio è realizzato tramite l’immissione dell’inchiostro o pigmento nella parte iniziale del secondo strato della pelle, chiamato Derma. Questo strato, a differenza di quello più superficiale chiamato Epidermide, non risente di sfaldamento o rigenerazione, rendendo la permanenza del pigmento duratura nel tempo. 

Entriamo nel dettaglio

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Con migliaia di microperforazioni della pelle, gli aghi da tatuaggio rilasciano particelle di inchiostro nello strato di pelle composto da collagene, nervi, vasi sanguigni e altri tessuti. Parte delle particelle di inchiostro vengono disperse nella zona del Derma dalla consistenza gelatinosa, mentre altre vengono inghiottite dai Fibroblasti, cellule tipiche di questo strato di pelle che svolgono un ruolo importante nella rigenerazione delle ferite.

La pelle, sottoposta all’attacco da parte degli aghi, innesca l’azione dei globulibianchi trasportati dal sangue, i quali, per difendere l’organismo, si recano sul posto con l’obiettivo di inghiottire ed espellere le particelle estranee. Ma vista la dimensione delle molecole di inchiostro, riescono ad assorbire solo una minuscola quantità di particelle. 

Quelle più grandi, infatti, che sono state assorbite dai Fibroblasti, restano intrappolate nel Derma, poiché quando i Fibroblasti muoiono vengono inglobati a loro volta – e con essi anche l’inchiostro – in cellule nuove di uguale natura rendendo il tatuaggio permanente nel tempo.

L’importanza della tecnica e degli strumenti

La qualità e la longevità di un tatuaggio dipendono non solo dalla pelle di chi lo riceve, ma anche dagli strumenti e dalle tecniche utilizzate. Oggi le macchinette per tatuaggi sono dotate di aghi ultra-sottili che penetrano nella pelle con precisione millimetrica, ma in passato le tecniche erano molto diverse. Dai pettini intinti nell’inchiostro utilizzati dalle tribù polinesiane ai bastoncini appuntiti impiegati nell’antica Thailandia, ogni cultura ha sviluppato un metodo specifico per imprimere l’inchiostro nella pelle, affinando nel tempo l’arte del tatuaggio.

Perchè il Colore del Tatuaggio Cambia?

I tempi di guarigione del tattoo possono variare dalle due alle quattro settimane, ma questo processo di rigetto da parte del sistema immunitario continuerà per tutto l’arco della vita della persona, dal momento che il sistema immunitario non smetterà mai di percepire il pigmento come corpo estraneo. Questo è anche il motivo per cui con il passare degli anni il tatuaggio tende a sbiadire gradualmente.

Pressoché identica è anche la funzione della rimozione laser del tatuaggio. Con questa tecnica, infatti, il laser penetra in profondità nella pelle andando a rompere le particelle di inchiostro in frammenti più piccoli, rendendoli attaccabili da parte dei globuli bianchi, che in questo modo sono in grado di inghiottirli, smaltirli ed eliminarli dal Derma.

Fattori che influenzano la durata del tatuaggio

Oltre al normale processo di rigenerazione della pelle, ci sono diversi fattori che determinano quanto a lungo un tatuaggio manterrà i suoi colori vivi e definiti. L’esposizione al sole è uno dei principali nemici: i raggi UV degradano i pigmenti e accelerano il processo di sbiadimento. Anche la posizione del tatuaggio gioca un ruolo fondamentale; aree soggette a sfregamento continuo, come mani e piedi, tendono a perdere colore più rapidamente. Infine, l’idratazione della pelle e una corretta cura post-tatuaggio possono fare la differenza nella conservazione del disegno nel tempo.

Conclusione

Con questo articolo speriamo di aver chiarito a grandi linee cos’è il tatuaggio e cosa succede oltre lo strato più superficiale della pelle una volta che la macchinetta è in moto e gli aghi iniziano a punzecchiare, come si forma il disegno e perché resta impresso e ci accompagna per il resto della nostra vita. 

Ricordate: il corpo umano è una macchina meravigliosa e gli antichi popoli del passato ne conoscevano bene il funzionamento, tanto da farne un tempio sacro che innalza l’uomo verso il cielo.

“Un uomo senza tatuaggi è invisibile agli Dei”.

(Proverbio degli Iban, tribù indigena del popolo Dayak del Borneo)

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